UK, Pembury

Leon Vynehall

Music for the Uninvited People

9 Dic
Spazio Dora Dude Stage 01:00 - Dj Set
Compra Ticket

“Fra le sue influenze cita Aphex Twin e Dj Shadow, ma l’alfabeto sonoro di Leon Vynehall è linearmente, meravigliosamente house: solo che le quantità di inventiva e al tempo stesso di gusto che ci mette lo hanno portato in pochissimi anni ai vertici della club culture più ricercata, quella più di qualità. Prova ne sia che il suo ultimo lavoro sulla lunga, “Rojus”, è uscito sulla Running Back (…e quello precedente sulla 3024: sempre qualità alta). Insomma, se un minimo si mastica di dancefloor e di clubbing Leon Vynehall è davvero uno dei go-to-guy in circolazione” (Damir Ivic)

a

Nativo di Brighton, ma di stanza a Portsmouth, con un solido retroscena di pubblicazioni “minori” nel corso degli ultimi anni (interessante tra i tanti il Rosalind Ep dell’2013), il giovane producer possiede idee ben chiare, uno sguardo interessante e una voglia di mettersi in gioco che, se da un lato lo porta ogni tanto a strafare, dall’altro mette in chiaro che non è proprio tipo da prendere alla leggera.

Il doppio dodici pollici con cui esordisce sulla lunga durata, Music For The Uninvited People (2014), rende finalmente palese quanto appena detto, mettendo un minimo d’ordine in una discografia finora del tutto dispersiva, ma soprattutto consentendo di apprezzare con la dovuta organicità tutta la personalità del suo firmatario, che con la restante carovana UK-dance ha ben poco a che spartire, per tutta una serie di motivi. Ispirato dai documentari della National Geographic sui rituali d’accoppiamento delle paradisee (per quanto lontano come riferimento), Rojus  (2016) il nuovo album di Leon Vynehall approfondisce il gusto per la rifinitura ritmica e il collagismo sonoro già ben inquadrato nel primo lavoro, donando però loro nuovo spessore e intensità, nonché un calore del tutto inedito, a tratti non proprio così distante dal suonare pop.

Lungi dall’accostarsi anche stavolta allo scenario Uk-house, che ha dominato per tre anni buoni il panorama dance inglese, la proposta del producer britannico riesce comunque ad ammorbidirsi e a rendersi più accessibile, lavorando di fino sui suoi elementi cardine, dai quali ancora emerge tutto l’interesse per pattern ad incastro e progressioni a carburazione lenta.