ITA, Roma
DJ Khalab
Tra radici e futuro
“Il suono dell’Africa primordiale lanciato in un incontro/scontro con l’ipercontemporaneità, con l’elettronica, con visioni cosmiche e futurologiche intrise di groove ed urgenza urbana. Il tutto senza condizionamenti, senza asservimenti, senza asservimenti, senza compromessi, senza occidentalizzazioni pettinate. Da anni, Dj Khalab sta compiendo una traiettoria esaltante e molto particolare che miete sempre più entusiasmi e riconoscimenti (come ad esempio la collaborazione con Baba Sissoko, che ha portato attenzioni e lodi da parte di media come la BBC, Radio Nova, MPR, Okayafrica, Vice, I-D, Trax)” (Damir Ivic)
a
Con Dj Khalab si da nuova spinta a quel continuo incontro tra Africa e Occidente che, da più di un lustro, va distillandosi nel mondo dell’elettronica del dopo dubstep, e non solo. Se il nome di Baba Sissoko non è nuovo a molti, tanto da essere considerato una delle figure chiavi della cultura musicale del Mali (già affrontata nel 2002 da Damon Albarn in Mali Music), è ancora da decifrare la figura di Raffaele Costantino/dj Khalab, producer calabrese di poche parole ma ben inserito all’interno del fiorente circuito afrofuturista italiano, che vede nei vari Populous, Clap! Clap!, ma anche il recente Go Dugong di Novanta, alcuni dei nomi di punta. E proprio nel Tayi Bebba di Crisci, Costantino esordisce tutt’altro che in punta di piedi, ricambiando il favore nell’EP Eunoto pubblicato lo scorso marzo, che si muoveva con disinvoltura in un intrigante flusso di hip hop, bass music e dubstep d’annata dall’energico piglio afro.
Protagonista – neanche a dirlo – di questo sound è l’Africa, e lei soltanto, che Khalab modella e intaglia con destrezza nel legno di un albero millenario, offrendo i suoi bassi (profondi e mai fuori posto) per dar vita a un’elettronica scarna ed essenziale, pungente nella sua magrezza e consistente nella sua ritmica instancabile, a cavallo tra dub e afrobeat.